Essere consapevoli oggi significa rifiutare la logica del tifo. Non esistono i buoni e i cattivi. Esiste il potere. E poi esiste il dolore. Un dolore che ha la stessa voce, sia sotto le bombe a Gaza che tra le macerie di Teheran o Tel Aviv.
Una spiritualità autentica non ci chiede di prendere posizione per un popolo contro un altro, ma di non voltare lo sguardo di fronte all’ingiustizia. Di vedere l’altro. Tutti gli altri. Anche quelli che ci hanno insegnato a temere o odiare.