Il 9 dicembre 1948 le Nazioni Unite adottarono la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio.
Una parola nuova, allora, per provare a dare un nome all’orrore assoluto e fissare un limite morale invalicabile nella storia dell’umanità.
Da quel momento il genocidio non è più solo una tragedia, ma un crimine riconosciuto dal diritto internazionale. Un’affermazione potente, che però convive ancora oggi con enormi difficoltà di applicazione, ambiguità politiche e silenzi strategici.
Ricordare questa Convenzione non significa schierarsi, ma interrogarsi.
Su cosa voglia dire davvero “mai più”.
Su quanto siamo disposti a riconoscere i segnali prima che sia troppo tardi.
Su quanto la responsabilità collettiva abbia bisogno di pensiero, cultura e memoria viva.
Nel nuovo articolo del blog ripercorriamo la genesi di questo testo fondamentale, il suo valore storico e le domande che continua a porre al presente.