Il 9 novembre 1989 cadeva il Muro di Berlino.
Da allora abbiamo imparato a guardare ai confini con diffidenza, ma forse non abbiamo ancora imparato a riconoscere quelli che costruiamo dentro di noi.
Oggi i muri non sono più solo di cemento.
Vivono nei pregiudizi, nei giudizi affrettati, nelle parole che lanciamo sui social.
E spesso sono alimentati da paure invisibili, da algoritmi che imparano a conoscerci meglio di quanto noi conosciamo noi stessi, mantenendo le nostre vibrazioni basse, controllabili.
Ma nessun muro è eterno se la coscienza decide di abbatterlo.
La libertà, oggi più che mai, è un atto di presenza.