Ci sono date che non segnano soltanto un passaggio storico, ma un passaggio di coscienza.
Il 9 e il 10 dicembre del 1948 il mondo ha provato a riscrivere il proprio rapporto con la dignità: prima la Convenzione sul genocidio, poi la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Due giorni consecutivi per dire mai più alla distruzione dell’altro e sempre al valore di ogni individuo.
Quelle parole, nate nel dolore della guerra, hanno aperto la strada a un movimento più ampio, che negli anni ha spinto l’umanità a interrogarsi anche sul modo in cui trattiamo gli animali e il vivente tutto. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale del 1978 e la Giornata Mondiale del 10 dicembre sono figli di quello stesso impulso etico: riconoscere che la dignità non è un privilegio, ma un principio che si espande.
Se davvero crediamo nella pace, allora dobbiamo imparare a guardare la vita in tutte le sue forme, non solo nelle nostre.
Ogni gesto di rispetto è un tassello. Ogni atto di consapevolezza è un seme.
Su UAM.TV trovate un articolo che racconta questo percorso, dalla ferita alla cura, dalla memoria alla responsabilità.
Un invito, oggi più che mai, a scegliere la compassione come fondamento del nostro cammino.